Trama
La maggior parte del film è stata girata sulle Ande in Argentina.
|
Austria,
1939,
Heinrich Harrer è un giovane e arrogante scalatore di monti, membro del
Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, scelto dal governo
tedesco per scalare le montagne dell'
Himalaya, raggiungendo il misterioso
Nanga Parbat, la nona vetta più alta del mondo, dove altre quattro spedizioni tedesche hanno fallito dopo la perdita di undici membri. Il giorno della partenza da
Graz l'alpinista ha un litigio con la moglie Ingrid, incinta e prossima al parto, la quale preferirebbe che lui non partisse. Heinrich parte ugualmente, lasciando Ingrid alle cure di Horst Immendorf, un amico di famiglia, e si unisce al gruppo di
Peter Aufschnaiter.
Durante la scalata, un'ascesa di ben ottomila metri, non ha la solita disinvoltura che lo contraddistingue, tanto che cade inavvertitamente, perdendo un rampone e ferendosi a un piede. Dopo che gli scalatori sono stati costretti a ritirarsi a causa delle valanghe di neve, Heinrich, Peter e il resto del gruppo vengono arrestati dal presidio dell'
Impero britannico in
India in quanto cittadini del
Terzo Reich: in
Europa è iniziata la
guerra e tra il governo di
Londra e quello di
Berlino si sono accese le ostilità. Gli scalatori vengono imprigionati in un campo di detenzione britannico, il Dehra Dun P.O.W. Camp, dove Heinrich riceve per corrispondenza la richiesta di
divorzio dalla moglie, che vorrebbe sposare Horst, e la conferma che suo figlio, Rolf, è nato.
Durante i tre anni che seguono, Heinrich tenta ripetutamente la fuga da
Dehradun, ma i britannici lo arrestano sempre in anticipo, raddoppiando la guardia e lo stato di allerta. Nel settembre
1942, però, si unisce a Peter e ai compagni, che hanno pianificato l'evasione travestendosi da soldati, e finalmente riesce a scappare. Dopo l'evasione, però, si separa dal resto del gruppo, volendo raggiungere il
Tibet. Dopo essersi riunito a Peter, che disapprova i suoi metodi sprezzanti e la sua dichiarata mancanza di principi, Heinrich raggiunge il confine con il Tibet, il più alto e isolato Paese del mondo, nonostante l'ostinata diffidenza del
popolo tibetano. I
monaci del villaggio di frontiera che raggiungono spiegano loro i motivi di una così elevata diffidenza: Sua Santità il
Grande Tredicesimo Dalai Lama, prima di morire, aveva previsto che un giorno gli stranieri avrebbero invaso il Paese e dato inizio a un'era di morte e distruzione, bandendo i
monaci e proibendo l'antica e radicata tradizione
buddhista.
Heinrich trova un lavoro come geometra, mentre il suo amico sposa una tibetana, Pema Lhaki. Un giorno del maggio
1945, però, riceve una lettera del figlio Rolf, che lo invita a non scrivere più, sostenendo di non essere suo figlio, ma figlio di Horst. Subito dopo viene convocato dalla madre del Dalai Lama, molto riverita dai tibetani, la quale lo conduce al
palazzo del Potala, residenza del giovane figlio, che gli richiede la costruzione di un
cinema. Tra i due inizia così un rapporto molto profondo e di affetto reciproco. Heinrich gli insegna l'
inglese e lo affaccia alla conoscenza dell'Occidente, mentre il giovane
Tenzin Gyatso gli svela i più remoti segreti della civiltà del Tibet, a lungo rimasta ignota al mondo intero.
Un giorno i cinesi, da poco unitisi nella
Repubblica Popolare Cinese del presidente
Mao Zedong, dichiarano l'intenzione di annettere il Tibet al loro
Stato, ma il Reggente non riconosce la sovranità dei cinesi sul Tibet, e pertanto incarica Tsarong di riorganizzare l'esercito. Heinrich e Peter sono coinvolti, su richiesta del Reggente, in aiuto di Tsarong, ma le possibilità di respingere l'invasione sono scarsissime. Il governo di
Lhasa tenta quindi di negoziare, ma i generali cinesi, giunti a Lhasa con disprezzo e arroganza, guidati da
Chang Jing Wu, rimangono delusi dall'incontro con il giovane Dalai Lama, e lasciano il Tibet sostenendo che la
religione sia
veleno.
Ngawang Jigme, divenuto
ministro e governatore di
Chamdo, ha il compito di respingere i cinesi, ma al termine della battaglia, un trionfo entusiasmante per i cinesi, fa esplodere il deposito di munizioni e dichiara la resa, giungendo a un accordo con i cinesi. I tibetani sono disperati, perché se a Chamdo non si fosse giunti alla resa per ordine di Ngawang, con le munizioni si sarebbe potuto fare molto per frenare l'invasione cinese. Heinrich si riunisce al Dalai Lama per l'ultima volta. Il giovane respinge l'ipotesi di partire per l'India, come precauzione, e lo invita a rimanere fino al giorno della sua incoronazione, convincendolo poi a tornare in Austria dal figlio Rolf. Anni dopo l'uomo si ricongiunge col figlio.