venerdì 19 luglio 2019

Film: Allarme rosso

Da Wikipedia: 
"Allarme rosso (Crimson Tide) è un film del 1995 diretto da Tony Scott, con Denzel Washington e Gene Hackman. La colonna sonora del film è di Hans Zimmer, che ha vinto un premio Grammy per il brano di testa.[1]

Trama

1995. Un leader ultranazionalista ceceno ha preso il controllo di una postazione di missili nucleari nella regione russa di Vladivostok e minaccia una guerra nucleare se il governo statunitense o quello russo tenteranno di opporsi. Al sommergibile nucleare americano classe Ohio USS Alabama, dotato di missili nucleari, è affidata la missione di pattugliare l'oceano Pacifico al largo della penisola di Kamčatka ed eventualmente lanciare un attacco preventivo, se la postazione nucleare russa tentasse di predisporre i propri missili al lancio, operazione che richiede un'ora di tempo per essere completata. Il capitano Frank Ramsey è al comando del sottomarino, uno dei pochissimi rimasti nella Marina statunitense con esperienza in combattimento; egli sceglie come suo nuovo primo ufficiale il tenente comandante Ron Hunter.
L'Alabama riceve l'ordine di lanciare i missili sulla postazione nucleare russa, sulla base delle informazioni satellitari. Prima che l'Alabama possa lanciare i suoi missili, inizia ad arrivare un secondo messaggio, ma la trasmissione viene interrotta dall'attacco di un sottomarino russo, alleato della causa ultranazionalista, che verrà in seguito distrutto in combattimento. Poiché i sistemi di comunicazione sono rimasti danneggiati nell'attacco, il resto del messaggio non può essere ricevuto e il messaggio non può essere autenticato. Tagliato fuori dalle comunicazioni, attaccato e con un ordine di lancio, il capitano Ramsey decide di procedere. Il suo secondo Hunter si rifiuta di confermare il lancio, come richiesto dalla procedura, che vuole il consenso del capitano e di quello del primo ufficiale per il lancio di missili, e propone di cercare la conferma del secondo messaggio, che egli ritiene sia l'annullamento del precedente ordine di lancio.
Quando Ramsey ordina l'arresto di Hunter, il suo ordine è inapplicabile perché, come detto, da regolamento il primo ufficiale deve essere d'accordo col capitano in caso di previsto lancio di missili nucleari. Il comandante Hunter è quindi costretto a ordinare l'arresto del capitano, e gli altri ufficiali, conoscendo il regolamento, gli ubbidiscono. È quindi il capitano ad essere arrestato per abuso di autorità. In seguito Ramsey sfugge alla custodia e accusa Hunter di ammutinamento, cosicché i due uomini si trovano a lottare per il comando. L'equipaggio si divide tra coloro che sono leali al capitano Ramsey e coloro che non vogliono rischiare la guerra nucleare e che seguono i regolamenti. Alla fine il sistema di comunicazione viene riparato e si apprende che l'esercito russo ha la situazione sotto controllo e che la ribellione è domata, pertanto il lancio non deve essere eseguito. Il capitano Ramsey lascia quindi il comando a Hunter.

Contesto

Il film è basato sulla premessa, valida quando è stato girato, che i comandanti dei sommergibili americani fossero autorizzati a lanciare missili di propria iniziativa, se non avevano la possibilità di comunicare con il Presidente degli Stati Uniti dopo aver ricevuto l'ordine di armare i missili. Circa in quel periodo la procedura fu cambiata, così che i missili potessero essere lanciati solo se fosse stato ricevuto un ordine diretto del Comandante in Capo, anche se le comunicazioni fossero state interrotte nel frattempo. La politica fu quindi uniformata a quella russa sui lanci di missili da sommergibili, che aveva sempre richiesto ordini diretti per il lancio.
Benché il film non pretenda di essere basato su una storia vera, gli eventi descritti sono simili ad un episodio realmente avvenuto nel periodo più teso della crisi dei missili di Cuba. Il 27 ottobre 1962 un ufficiale di un sommergibile sovietico di nome Vasilij Aleksandrovič Archipov si rifiutò di confermare il lancio di una testata nucleare mentre era sotto attacco da una nave da battaglia americana vicino a Cuba.[2] Per iniziare tale attacco, le procedure navali sovietiche richiedevano che il capitano e altri due ufficiali confermassero l'ordine.[3] L'altro ufficiale in servizio approvò il lancio, ma Arkhipov convinse il capitano ad attendere istruzioni da Mosca prima di procedere."

giovedì 18 luglio 2019

"Addio a Luciano De Crescenzo" di Michela Tamburrino


Addio a Luciano De Crescenzo, l'ingegnere che amava raccontare la filosofia

Lo scrittore avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 18 agosto
E’ morto dopo una lunga malattia Luciano De Crescenzo, scrittore, regista, filosofo, matematico, un grande intellettuale pop che ha saputo sfrondare la cultura alta di ogni accento di incomprensione per condurla alla portata dei più semplici. divulgatore si direbbe oggi, raffinato e attento conoscitore della storia, sapeva sintetizzare con infinita ironia il percosro dei popoli fino all’approdo finale. Grecista, latinista, aveva fatto mille mestieri e questa ecletticità di vedute gli dava agio di comprendere i problemi dei più deboli.
Si era laureato con il massimo dei voti a Napoli vicino al quartiere San Ferdinando dove era nato. Si era specializzato in ingegneria idraulica su consiglio del suo insegnante, il grande matematico Renato Cacioppoli. Per mantenersi aveva svolto mille attività poco inerenti con il suo sapere, dopo essere stato guantaio nell’esercizio di suo padre: da venditore di tappeti a cronometrista per le olimpiadi di Roma del 1960. Per vent’anni lavorò all’Ibm dopo essersi trasferito a Milano e quando arrivò la promozione non desiderata prese coraggio e si licenziò per dedicarsi completamente alla scrittura. E fu di lì a poco che pubblicò la sua prima opera, Così parlò Bellavista, che gli diede un enorme successo. Seicento mila copie vendute e la traduzione in giapponese lo convinsero che era sulla strada giusta. Infatti ha pubblicato più di cinquanta libri venduti in 44 Paesi, vendendo 25 milioni di copie di cui 7 solo in Italia.

Grande apprezzamento di pubblico e scarso riconoscimento della critica. De Crescenzo aveva sofferto di questa indifferenza dei critici, restii a riconoscergli i meriti dovuti e che il pubblico invece gli tributava a piene mani. Poliedrico, ottenne buoni risultati anche come regista di cinema e di teatro.
La camera ardente verrà allestita in Campidoglio.

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lunedì 15 luglio 2019

Libro: Vittorio Zucconi, "Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute."

Vittorio Zucconi, scomparso il 25 maggio 2019, è stato giornalista e scrittore. Dopo aver cominciato come cronista nel 1963, precario a "La notte", ha lavorato per "la Stampa", "Il Corriere della Sera" e "La Repubblica" come corrispondente da diversi paesi, tra cui il Giappone, il Belgio, la Russia, la Francia e gli Stati Uniti, per stabilirsi nel 1985 a Washington. E' stato per oltre 20 anni direttore di Radio Capital dove ha condotto TG zero. Ha pubblicato vari libri. Il libro "Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute" è l'ultimo pubblicato.

In questo libro Zucconi ci racconta, a partire da oggetti a lui cari, dei suoi ricordi, della sua vita, di fatti e avvenimenti storici vissuti come testimone privilegiato data la sua professione di giornalista.
L'autore delinea nella sua narrazione un quadro di avvenimenti che hanno segnato la storia della II metà del 1900 e della prima metà del 2000.
I suoi ricordi non sono legati solo ad oggetti, ma Zucconi ci parla anche dei suoi cani e di sapori (la piadina romagnola, la mostarda, l'aroma del caffè ed i wafer del vescovo di Kuvait City) a cui sono legati ricordi ed, a volte, avvenimenti storici.
Ci parla anche di notti insonni trascorse in un caldo torrido ed il  continuo rigirarsi nel letto alla ricerca illusoria del lato fresco del cuscino.


Gli oggetti a lui cari dai quali prende spunto per ricordare esperienze personali e spesso avvenimenti storici, sono:
la macchina da scrivere di suo padre;
la piadina romagnola;
la Bianchina e le automobili possedute;
il videoregistratore;
il primo computer portatile;
l'aeroplanino di latta di Saigon;
il gatto ed i cani;
il sapore di caffè ed i wafer del vescovo di Kuvait city;
la radio e la trasmissione di tutto il calcio minuto per minuto
la mostarda da bambino e la pastasciutta da adulto
la teiera di Hiroshima
l'aereo scalcagnato della campagna presidenziale di Bush
la lunga strada bianca e le campagne presidenziali americane
la spilla di Hillary Clinton
l'odore di piombo della tipografia del giornale;
le stanze di hotel dove aveva soggiornato per motivi di lavoro
i libri; i libri di suo padre, i libri scritti.