domenica 27 novembre 2016

Ricetta: Zuppa di lenticchie

Questa  è una zuppa di lenticchie semplice e veloce: si impiegano 20 minuti scarsi a prepararla; si usano le lenticchie del barattolo, un dado vegetale e davvero pochi accorgimenti. E’ la ricetta che preparo quando non ho voglia di mettermi ai fornelli ma mi va di mangiare qualcosa di caldo, quando a Bolzano è così freddo che l’unica consolazione è un piatto di minestra fumante.
Le lenticchie nel barattolo, se prendete quelle di buona qualità, sono tutto tranne che male e se ci appoggiate un soffrittino veloce il risultato è delizioso. 
Cosa serve per 2 porzioni (abbondanti)
400 grammi di lenticchie in barattolo
2 nidi di tagliatelle spezzate 
1/2 cipolla
1 carota
2 cucchiaini di peperoncino calabrese a scaglie 
1 dado vegetale
4 dl di acqua
olio extravergine di oliva
Come si fa
Fare un soffritto con olio extravergine di oliva, mezza cipolla, una carota tagliate a pezzetti, lasciare soffriggere qualche minuto, aggiungere le lenticchie del barattolo con l'acqua di conservazione, unire il peperoncino ed il dado vegetale, aggiungere l'acqua (4 dl) e portare ad ebollizione. Lasciare cuocere 5 minuti affinchè la carota e la cipolla siano ben cotte. Quindi buttare le tagliatelle spezzate, lasciar cuocere 8 minuti e poi impiattare e lasciar intiepidire, la zuppa è pronta. Volendo si può aggiungere del parmigiano grattugiato.
Variante: potete evitare di usare il peperoncino ma il sapore sarà meno peculiare. Potete anche eliminare la pasta e aggiungere crostini di pane come accompagnamento.
Consiglio: si puo’ preparare in anticipo e riscaldare su fiamma bassa al momento del pranzo o della cena allungandola con un bicchiere scarso di acqua calda. Potete anche congelarla pronta e vi basterà tirarla fuori qualche ora prima per mangiarla come se fosse appena fatta.




sabato 26 novembre 2016

Musica: Il rock progressivo dei Jethro Tull

Jethro Tull sono stati un gruppo rock progressivo originario di Blackpool, in Inghilterra, fondato nel 1967 dallo scozzese Ian Anderson (flauto traverso e polistrumentista). La formazione prende il nome dal pioniere della moderna agricoltura, l'agronomo Jethro Tull (1674-1741).
La loro musica è contraddistinta dalla presenza dominante del flauto traverso, suonato dal virtuoso leader Ian Anderson. Dopo un esordio all'insegna del richiamo al blues, i Jethro Tull hanno attraversato la storia del rock, sperimentando vari generi e stili, dal classico al folk rock, dal progressive al jazz rock al folk prodotto con strumentazioni acustiche.[1][2] Hanno venduto più di 60 milioni di album in tutto il mondo[3].
Nel mese di aprile 2014 Anderson ha dichiarato che i "Jethro Tull" come band non esistono più e la volontà di lasciare l'eredità del nome continuando la sua carriera solista.[4]

Aqualung (1971)
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Avendo un po' deluso le attese con il precedente Benefit, l'uscita di Aqualung colse quasi di sorpresa pubblico e critica nel 1971.
L'album colpì il pubblico grazie alla celebre copertina raffigurante un barbone, molto somigliante al leader del gruppo Ian Anderson. L'immagine impressiona soprattutto per la crudezza dell'espressione e dello sguardo del volto di Aqualung, cui fa da contraltare un manifesto che reclamizza eleganti e dispendiose vacanze natalizie.
Pare che il titolo dell'album derivi dal rantolo roco del barbone simile - secondo Anderson - al rumore di un respiratore artificiale (l'Aqualung ne è un modello particolare).[senza fonte]
Le liriche raccontarono in maniera aspra la vita di Aqualung, fallimentare a scuola come nelle relazioni interpersonali. Unico suo interlocutore possibile restò Dio al quale in punto di morte – in un ultimo rantolo rabbioso – Aqualung dedicò solo parole sprezzanti.
Aqualung e Locomotive Breath sono forse i punti cardine dell'album ma[senza fonte] molto importante è anche My God, la quale contiene un accordo dissonante molto efficace, e che sarebbe rimasta, anche dopo decenni, una delle canzoni più apprezzate del gruppo. Nel disco tornarono atmosfere blues e fortemente rock ad alternarsi con episodi acustici delicati. Inoltre, i testi, che composero un vero e proprio concept (nonostante Anderson stesso neghi questa caratteristica), furono una critica corrosiva alla società e alle istituzioni e diedero un ulteriore contributo a fare di Aqualung il disco più famoso dei Jethro

Dischi consigliati:
Aqualung, 1971


Raccolte consigliate:
The Very Best of Jethro Tull è una compilation della band progressive rock inglese Jethro Tull, pubblicata nel 2001 contenente alcuni fra i principali successi nella storia della band.

 The Best of Acoustic Jethro Tull è una raccolta di brani acustici del gruppo di rock progressivo inglese Jethro Tull, pubblicata nel 2007 dalla EMI.











Ricetta; Riso integrale con ceci e zafferano

Il riso integrale con ceci, zucchine, pomodorini e zafferano è una gustosa ricetta ricca di fibre, ma è anche un piatto ghiotto che farà felici tutti quanti a tavola. Ecco la ricetta.

Ingredienti per 2 persone

1 bicchiere medio grande di riso integrale Scotti (170 gr.) 
1/2 cipolla
1 confezione di ceci lessati
10 pomodorini
1 bustina di zafferano
peperoncino frantumato
sale
olio extravergine di oliva

Prepariamo la base

Tagliate la cipolla a rondelle e fatela rosolare in una padella antiaderente per circa 4 minuti a fiamma moderata.
Aggiungete poi le zucchine, lavate e tagliate a mezze rondelle e cuocete per altri 8 minuti circa facendo dorare le zucchine. Per ultimo unite i ceci scolati, correggete di sale e unite il peperoncino.
Il riso Cuocete il riso integrale in 900 ml di acqua fredda; dopo 12 minuti di cottura, scolare il riso e versarlo in una ciotola. In un bicchiere con due dita di acqua tiepida sciogliere lo zafferano e versare sul riso. Mescolare.
Ultimo step Tagliate in quarti i pomodorini ciliegini e mescolare tutti gli ingredienti quindi il riso allo zafferano, le zucchine e i pomodorini. Servite ben caldo, magari condendo ciascuna porzione con dell’olio piccante.


libro: Luciano De Crescenzo Il caffè sospeso

« Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo… »
(Luciano De CrescenzoIl caffè sospeso)
       Il caffè sospeso è un libro dello scrittore napoletano Luciano De Crescenzo. È da considerarsi una sorta di raccolta di articoli, citazioni e considerazioni apparse su quotidiani e riviste dal 1977 al 2007 che va a congiungere metaforicamente quello che è proprio il pensiero di De Crescenzo attraverso aneddoti emersi dalla quotidianità della sua vita a Napoli.
        Il titolo è ispirato a un'usanza sociale della tradizione napoletana, quella del "caffè sospeso", in cui un avventore di un bar paga un caffè espresso a beneficio di uno sconosciuto che potrà usufruirne, a sua insaputa, nel corso della giornata.

        La saggezza spesso si nasconde nelle cose comuni, quotidiane. E gustose, come un caffè. Quella sul caffè sospeso è una delle chicche di pensiero raccolte in questo libro, fatto di aneddoti, riflessioni, parabole e altri pezzetti di vita di tutti i giorni che si trasformano, grazie al magico tocco di Luciano De Crescenzo, in solletico per il cervello.
     D'altra parte De Crescenzo è un maestro indiscutibile nell'arte di mescolare alto e basso, nel mostrarci la filosofia anche nei posti in cui non avevamo mai pensato che fosse.
    E mentre ci stordiscono conversazioni immaginarie e immaginifiche tra Empedocle, Aristotele, Galileo, Newton ed Einstein, capita di interrogarsi sui calendari - da quello di Gregorio XIII a quello di Sabrina Ferilli -, sul Grande Fratello secondo la prospettiva di zia Carmela, sull'omosessualità da Socrate a Storace.
      Il Caffè sospeso è un libro ricco e gustoso, un concentrato di spunti per ridere e pensare. Tutto condito sempre dall'ironia, come una giusta quantità di zucchero da mettere nel caffè per renderlo ancora più godibile.



Film Quo vado di Checco Zalone


Di questo film mi è piaciuta la comicità di Zalone e il suo attaccamento al posto fisso. Mi ha sorpreso la sua scelta di rinunciare al posto fisso per amore e per ideali di vita. Mi ha colpito la sua capacità di adattamento ai vari lavori ed alle situazioni di vita (compagna, figli) che si sono presentate.

Quo vado? è un film del 2016 diretto da Gennaro Nunziante e interpretato da Checco Zalone. Quarto film con protagonista Zalone dopo Cado dalle nubiChe bella giornata e Sole a catinelle, in poco più di un mese e mezzo nelle sale ha incassato oltre 65 milioni di euro (65,3), giungendo vicino a superare il primato di Avatar di 65.7 milioni di euro circa e battendo il numero di spettatori di Sole a catinelle (8 milioni circa), avendo registrato più di 9,3 milioni di spettatori.
In Italia il DVD del film è distribuito da Warner Home Video.

Trama

Checco Zalone è un ragazzo che ha realizzato tutte le aspettative che aveva dalla sua vita: voleva vivere con i suoi genitori per evitare una costosa indipendenza e ci è riuscito; non voleva mai sposarsi ma essere eternamente fidanzato per evitare le responsabilità del matrimonio, e ce l'ha fatta; sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere un posto fisso nell'ufficio provinciale caccia e pesca, in cui timbra le licenze di cacciatori e pescatori.
In questo modo Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia, quando il governo vara la riforma della pubblica amministrazione, riforma che ha una componente fondamentale nel voler risparmiare sui posti fissi, eliminandone molti. Convocato al ministero dalla spietata dirigente dottoressa Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o mantenerlo venendo messo in mobilità e trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro, quindi accetta il trasferimento.
Per convincerlo a dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa trasferire di volta in volta in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili, lontani e pericolosi, ma Checco si ambienta in ogni luogo e resiste a tutto, senza cedere alle offerte sempre più remunerative della Sironi, come consigliato dal suo idolo, il senatore Nicola Binetto.
A un certo punto la Sironi, stanca, pur di farlo dimettere, lo fa trasferire al polo nord e in Norvegia, in una base scientifica italiana, con il compito di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce la dottoressa Valeria Nobili, una ricercatrice che lavora lì, e si innamora di lei.
Checco si ambienta all'estrema civiltà e al rigore verso le leggi tipiche del nord, e vi resta fino a quando, devastato dall'inverno norvegese, non decide di ritornare in Italia. Allora la Sironi, pressata dal ministro, lo trasferisce in Calabria. Checco vi si ambienta subito, porta Valeria e i suoi figli con lui e fondano insieme una clinica per animali, che però dura poco: senza fondi, Valeria decide di tornare in Norvegia assieme ai figli.
Dopo essere stato ritrasferito all'ufficio caccia e pesca, ora città metropolitana, Checco riceve una chiamata da Valeria, che lo informa di essere in Africa e in attesa di un figlio di cui lui è il padre. Checco riesce a raggiungere Valeria in ospedale dopo aver incontrato una tribù di indigeni e avergli raccontato tutta la sua vita per convincere il capo della tribù a lasciargli continuare il suo viaggio. Dopo aver abbracciato la bimba, che chiamano Ines, (nata in un ospedale da campo dove manca tutto, anche le vaccinazioni di base) Checco decide finalmente di rinunciare al suo tanto amato posto fisso, ma a patto che la Sironi gli versi un indennizzo di 50.000 euro ma l'ultima offerta è solo per il TFR maturato (circa 35.000 euro). Checco propone allora alla dottoressa Sironi di aggiungere lei la cifra mancante, costei molto contrariata accetta e firma con rabbia un secondo assegno personale augurando a Checco di spenderli tutti in medicine. Checco usa proprio questo secondo assegno per comprare una scorta di vaccini e medicine all'ospedale. I dottori e le infermiere dunque realizzano un video di ringraziamento per la dottoressa che -tornata a Roma- lo vede proprio un attimo prima di riottenere la sua posizione e si commuove dimostrando al suo staff che anche lei è umana. Checco decide di continuare ad aiutare Valeria nei progetti umanitari.





giovedì 24 novembre 2016

Ricetta Spaghetti aglio olio e peperoncino

Ricetta Spaghetti aglio olio e peperoncino.


Preparazione: Per prima cosa mettete a bollire l’acqua per la pasta, che sia abbondante e salata. Dedicatevi quindi all’aglio: sbucciatelo, tagliate gli spicchi a pezzetti e pestateli. In una padella larga versate l’olio extravergine di oliva e unite l’aglio tagliato e pestato, fate rosolare a fuoco medio, sorvegliando il colore degli spicchi, appena cominciano a dorarsi abbassate la fiamma, unite il peperoncino frantumato e rimestate per un minuto ancora. Spegnete. Nel frattempo l’acqua sarà giunta a bollore, immergete dunque gli spaghetti e cronometrate i tempi. Quando mancheranno 2 minuti al tempo di cottura indicato, scolate gli spaghetti conservando però una tazza dell’acqua di cottura. Rovesciate gli spaghetti nella pentola con l’olio e rimettete sul fuoco aggiungendo poco per volta l’acqua di cottura, spadellate o rimestate senza schiacciare gli spaghetti e completate la cottura. Portate in tavola con tre cucchiaini di prezzemolo congelato, mescolate bene e mangiate subito!

Qualche volta ho aggiunto al condimento dei pomodorini ciliegini tagliati in quarti con due pizzichi di sale.

Risultati immagini per foto di spaghetti aglio olio e peperoncino 




mercoledì 23 novembre 2016

Ciao

Ciao sono Fulvio. Sono di Bolzano, ho 61 anni, sono single, lavoro. Scrivo su un blog per poter avere un hobby che mi permetta di esprimermi e riflettere. Amo la musica, lo sport, il cibo, il cinema.