domenica 30 dicembre 2018

Considerazioni di fine anno sui femminicidi : Paolo Crepet: "La gelosia non è amore, ma possesso..."

Dal giornale Huffington Post del 26.11.2018

Paolo Crepet: "La gelosia non è amore, ma possesso. Non fate le crocerossine un uomo violento non cambierà mai" Lo psichiatra e sociologo parla di femminicidio e violenza di genere: "Le madri devono insegnare alle figlie a dire 'no' al primo schiaffo





Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet sta pubblicando il suo nuovo libro, Passione, dedicato all'omonimo sentimento ed inventario di storie e riflessioni, attinte dalla propria esperienza esistenziale e professionale, che ruotano attorno a questa parola sacra, in tutte le sue accezioni e declinazioni. In un'intervista a Repubblica, Crepet ha voluto parlare di gelosia e violenza sulle donne.
Dietro al femminicidio, si nascondono tante realtà molto diverse. Essenzialmente molti uomini hanno ancora difficoltà ad accettare la lunga coda della liberazione della donna, nonostante siano passati più di quarant'anni dalle tante conquiste, come il divorzio [...] Sono quelli che non hanno elaborato ciò che è avvenuto in questi anni, restando legati a un concetto di famiglia arcaica, che vede la donna ancora come sottomessa e l'uomo con un ruolo dominante.
Dietro il femminicidio e la violenza ai danni delle donne, si celerebbe una tara culturale difficile da eliminare.
Tiene a te, tanto è vero che ti controlla e arriva anche a picchiarti. Esiste un tipo di cultura che vede il maschio come un "protettore", nel senso di padre padrone, che vuole gestire e far sentire il suo potere sulla propria compagna. Non illudiamoci che sia un'attitudine che riguarda il '900, molti giovani la pensano ancora così e lo dico sulla base delle mia esperienze professionali, come psicoterapeuta, e quelle personali.
Un tema strettamente connesso a quello della gelosia, che Crepet non manca di analizzare.
La gelosia, ad esempio, viene vista come prova dell'intensità amorosa, di una passione da dimostrare psicologicamente e fisicamente. Quindi si ritiene che faccia parte integrante di ogni relazione sentimentale e che quando viene sollecitata, possa anche scatenare reazioni violente. La gelosia porta sempre sciagure e drammi e bisognerebbe insegnare ai giovani a non considerarla come un sintomo dell'amore, perché non lo è mai. E va detto a scritte capitali che la gelosia non è una forma d'amore, ma solo di possesso, perché l'amore è rispetto innanzitutto. Ti amo, dunque ti rispetto.
Il confine tra amore ed ossessione è labile e lo psichiatra e sociologo lancia un monito:
Il problema è che cosa tolleri della violenza, perché noi alcuni aspetti tendiamo a sopportarli, proprio per il discorso di educazione che stavamo facendo prima, che porta a spacciare la gelosia come amore. Bisogna capire che quando qualcuno cerca di controllarti, quel sentimento cessa di essere amore e diventa manipolazione e ossessione. Quindi viene a mancare il rispetto dell'altro, perché non ti vedo più come una persona ma come una cosa di mia proprietà. Alla base della violenza e del femminicidio, c'è sempre l'idea di considerare le donne come oggetti, non come individui. Io ti uccido perché tu sei una cosa mia [...] Si fa fatica ad accettare che una ragazza oggi possa fare le stesse cose e la stessa vita di un maschio suo coetaneo. Queste pari opportunità scatenano rabbia, gelosia e invidia negli uomini frustrati, perché una donna così è libera, può scegliere e quindi non è controllabile.
L'educazione contro la violenza passa anche dalla famiglia d'origine, anche per quanto riguarda le donne.
Le madri devono dire alle figlie di lasciare immediatamente il fidanzato al primo accenno di uno schiaffo, facendo capire loro che non è una 'prova che tiene a te', anzi è tutto il contrario, ed è un comportamento che non va tollerato né discolpato. Il problema è che molte madri hanno incassato per anni con il marito, mandando giù rospi, non solo in termini di violenza, ma anche di incomprensioni e sottomissioni. E quindi, per non mettersi in discussione, questo loro atteggiamento lo tramandano alle loro figlie.

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