"Allarme rosso (Crimson Tide) è un film del 1995 diretto da Tony Scott, con Denzel Washington e Gene Hackman. La colonna sonora del film è di Hans Zimmer, che ha vinto un premio Grammy per il brano di testa.[1]
Trama
1995. Un leader ultranazionalista ceceno ha preso il controllo di una postazione di missili nucleari nella regione russa di Vladivostok e minaccia una guerra nucleare se il governo statunitense o quello russo tenteranno di opporsi. Al sommergibile nucleare americano classe Ohio USS Alabama, dotato di missili nucleari, è affidata la missione di pattugliare l'oceano Pacifico al largo della penisola di Kamčatka ed eventualmente lanciare un attacco preventivo, se la postazione nucleare russa tentasse di predisporre i propri missili al lancio, operazione che richiede un'ora di tempo per essere completata. Il capitano Frank Ramsey è al comando del sottomarino, uno dei pochissimi rimasti nella Marina statunitense con esperienza in combattimento; egli sceglie come suo nuovo primo ufficiale il tenente comandante Ron Hunter.
L'Alabama riceve l'ordine di lanciare i missili sulla postazione nucleare russa, sulla base delle informazioni satellitari. Prima che l'Alabama possa lanciare i suoi missili, inizia ad arrivare un secondo messaggio, ma la trasmissione viene interrotta dall'attacco di un sottomarino russo, alleato della causa ultranazionalista, che verrà in seguito distrutto in combattimento. Poiché i sistemi di comunicazione sono rimasti danneggiati nell'attacco, il resto del messaggio non può essere ricevuto e il messaggio non può essere autenticato. Tagliato fuori dalle comunicazioni, attaccato e con un ordine di lancio, il capitano Ramsey decide di procedere. Il suo secondo Hunter si rifiuta di confermare il lancio, come richiesto dalla procedura, che vuole il consenso del capitano e di quello del primo ufficiale per il lancio di missili, e propone di cercare la conferma del secondo messaggio, che egli ritiene sia l'annullamento del precedente ordine di lancio.
Quando Ramsey ordina l'arresto di Hunter, il suo ordine è inapplicabile perché, come detto, da regolamento il primo ufficiale deve essere d'accordo col capitano in caso di previsto lancio di missili nucleari. Il comandante Hunter è quindi costretto a ordinare l'arresto del capitano, e gli altri ufficiali, conoscendo il regolamento, gli ubbidiscono. È quindi il capitano ad essere arrestato per abuso di autorità. In seguito Ramsey sfugge alla custodia e accusa Hunter di ammutinamento, cosicché i due uomini si trovano a lottare per il comando. L'equipaggio si divide tra coloro che sono leali al capitano Ramsey e coloro che non vogliono rischiare la guerra nucleare e che seguono i regolamenti. Alla fine il sistema di comunicazione viene riparato e si apprende che l'esercito russo ha la situazione sotto controllo e che la ribellione è domata, pertanto il lancio non deve essere eseguito. Il capitano Ramsey lascia quindi il comando a Hunter.
Contesto
Il film è basato sulla premessa, valida quando è stato girato, che i comandanti dei sommergibili americani fossero autorizzati a lanciare missili di propria iniziativa, se non avevano la possibilità di comunicare con il Presidente degli Stati Uniti dopo aver ricevuto l'ordine di armare i missili. Circa in quel periodo la procedura fu cambiata, così che i missili potessero essere lanciati solo se fosse stato ricevuto un ordine diretto del Comandante in Capo, anche se le comunicazioni fossero state interrotte nel frattempo. La politica fu quindi uniformata a quella russa sui lanci di missili da sommergibili, che aveva sempre richiesto ordini diretti per il lancio.
Benché il film non pretenda di essere basato su una storia vera, gli eventi descritti sono simili ad un episodio realmente avvenuto nel periodo più teso della crisi dei missili di Cuba. Il 27 ottobre 1962 un ufficiale di un sommergibile sovietico di nome Vasilij Aleksandrovič Archipov si rifiutò di confermare il lancio di una testata nucleare mentre era sotto attacco da una nave da battaglia americana vicino a Cuba.[2] Per iniziare tale attacco, le procedure navali sovietiche richiedevano che il capitano e altri due ufficiali confermassero l'ordine.[3] L'altro ufficiale in servizio approvò il lancio, ma Arkhipov convinse il capitano ad attendere istruzioni da Mosca prima di procedere."
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